Con il termine disturbo dell’umore ci si riferisce alla vasta classe di sintomi e disturbi psicopatologici che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute oppure disagio marcato nonché disadattamento alle condizioni ambientali di vita con ripercussioni di varia entità nella vita relazionale e/o lavorativa. Sono stati individuati alcuni neurotrasmettitori direttamente associati alle funzioni di regolazione dell’umore: i principali sono la seretonina, la noradrenalina e la dopamina.
I tipi di disturbi dell’umore
Questi disturbi si presentano in forme diverse a seconda di sintomi ed episodi ricorrenti e sono suddivisi in:
- Disturbi Depressivi: Disturbo Depressivo Maggiore (Depressione), Disturbo Distimico.
- Disturbi Bipolari: Disturbo Bipolare I e II, Ciclotimia.
I disturbi depressivi
I disturbi depressivi sono caratterizzati da umore depresso con sentimenti di profonda tristezza, colpa ed apprensione, sensazione che nulla abbia più valore, tendenza all’isolamento e all’apatia, perdita di interesse e di piacere nelle attività quotidiane, disturbi del sonno e/o dell’appetito, scarso desiderio sessuale. Questi sintomi di disturbo dell’umore possono presentarsi come episodi acuti (della durata di almeno due settimane per parlare di disturbo depressivo maggiore) o come lunghi periodi di umore tendenzialmente depresso ma senza che gli altri sintomi depressivi siano particolarmente marcati o numerosi (con una durata di almeno due anni per diagnosticare un disturbo distimico).
Questi disturbi condividono una caratteristica che li distingue dai disturbi bipolari: l’assenza di episodi maniacali, misti o ipomaniacali, sia presenti che passati.
Disturbi dell’umore di tipo bipolare
I disturbi dell’umore di tipo bipolare sono invece caratterizzati dall’alternarsi di episodi depressivi a fasi con umore marcatamente euforico o irritabile, associato ad aumento del livello di attività in ambito lavorativo, sociale o sessuale, loquacità insolita o eloquio rapido, impressione soggettiva che i pensieri si succedano velocemente, diminuito bisogno di sonno, elevata autostima, facile distraibilità, eccessivo coinvolgimento in attività piacevoli potenzialmente dannose.
Tra questi disturbi, il disturbo bipolare II si differenzia dal bipolare I per la presenza di sintomi ipomaniacali, quindi meno gravi ed intensi, con una ridotta compromissione sul piano sociale e lavorativo del soggetto.
Infine, il disturbo ciclotimico è caratterizzato dalla presenza, per almeno due anni, di una rapida e continua alternanza di sintomi depressivi ed ipomaniacali di moderata intensità.
Un problema sempre più diffuso
I disturbi dell’umore costituiscono una patologia ampiamente diffusa tra la popolazione generale e, soprattutto la depressione, un motivo frequente di consultazione del medico di base. L’attenzione rivolta ai disturbi dell’umore da parte del mondo scientifico è giustificata, oltre che dalla loro elevata diffusione, anche dalle gravi complicanze ad essi associate, quali la compromissione della vita sociale, lavorativa ed affettiva, l’abuso di alcol o droghe ed infine il suicidio.
Le cause dei disturbi dell’umore
Le ipotesi che tentano di spiegare i fattori che concorrono a generare un disturbo dell’umore si dividono in ipotesi biologiche e psicologiche.
Le prime sostengono l’idea che in alcuni soggetti sia presente una particolare vulnerabilità dei sistemi biochimici su base genetica oppure in relazione ad alterazioni dei neurotrasmettitori, in particolare del sistema noradrenergico e serotoninergico; tale vulnerabilità, sulla spinta di fattori ambientali, darebbe luogo a quadri clinici depressivi, maniacali o misti.
I modelli causali di tipo psicologico dei disturbi dell’umore hanno invece sottolineato il ruolo centrale delle rappresentazioni mentali “negative” che l’individuo ha di se stesso, gli altri ed il mondo e che ne guidano pensieri e comportamenti (ipotesi cognitiva) oppure hanno messo in relazione la depressione con esperienze di perdita in età infantile (ipotesi psicoanalitica).
I disturbi:
- Disturbo Depressivo Maggiore (Depressione)
- Disturbo Distimico
- Disturbo Bipolare I
- Disturbo Bipolare II
- Ciclotimia
- Depressione Post-Partum
Quali sono le terapie per gestire i disturbi dell’umore
Nel contesto della psicologia clinica, le terapie per i disturbi dell’umore sono fondamentali per favorire il benessere psicologico e affrontare sfide emotive. Una delle approcci più comunemente utilizzati è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si concentra sull’identificazione e sulla modifica dei pensieri negativi e dei comportamenti dannosi. La CBT aiuta a sviluppare strategie per gestire lo stress e migliorare le abilità di coping.
Un’altra opzione è la terapia psicodinamica, che esplora i processi inconsci che possono influenzare l’umore e le relazioni.
La terapia di gruppo offre un contesto di supporto sociale, consentendo ai partecipanti di condividere esperienze simili e ricevere sostegno reciproco. Inoltre, la terapia farmacologica può essere prescritta in alcuni casi per stabilizzare l’umore attraverso l’uso di antidepressivi o stabilizzatori dell’umore.
La scelta della terapia dipende dalle esigenze individuali del paziente e dalla natura specifica del disturbo dell’umore che viene affrontato.
Il coinvolgimento attivo del paziente e la collaborazione con uno psicologo esperto sono elementi chiave per il successo di qualsiasi percorso terapeutico.