Con il termine personalità s’intende l’insieme dei comportamenti di un individuo, il suo modo di percepire se stesso, gli altri e la realtà, il modo di reagire alle circostanze e adattarsi all’ambiente.
Si parla di disturbo quando questo insieme di percezioni, modi di pensare e comportamenti risulta rigido, inadeguato e non funzionale, inconsueto o in contrasto rispetto alla cultura e alle consuetudini sociali dell’ambiente in cui vive la persona, tale da provocare sofferenza interiore e profondo disagio.
Cosa si intende per personalità
La personalità (o carattere) è stata definita in molti modi, ma si può dire che sia l’insieme delle caratteristiche, o tratti stabili, che rappresentano il modo con il quale ciascuno di noi risponde, interagisce, percepisce e pensa a ciò che gli accade. Si può anche dire che la personalità, per chiunque e non solo per chi soffre di disturbi di personalità, rappresenta il modo stabile che ciascuno di noi si è costruito, con le proprie esperienze, a partire dal proprio temperamento innato, di rapportarsi con gli altri e con il mondo.
I tratti che la compongono rappresentano le caratteristiche del proprio stile di rapporto con gli altri: così esiste per esempio il tratto della dipendenza, o della sospettosità, o della seduzione, oppure quello dell’amor proprio. Normalmente questi tratti devono essere abbastanza flessibili in relazione alle circostanze: così in alcuni momenti sarà utile essere più dipendenti o passivi del solito, mentre in altri sarà più funzionale essere seducenti.
Cosa sono
I disturbi di personalità sono disturbi mentali inclusi nei più diffusi manuali diagnostici internazionali e differiscono dai disturbi clinici in quanto sono generalmente egosintonici (per cui la persona difficilmente si rende conto di essere “affetta” da un disturbo e più frequentemente considera i sintomi come tratti peculiari del proprio stile di vita) e alloplastici (la persona tende a cambiare l’ambiente, non se stesso). Nello specifico, un disturbo di personalità è definito come un modello abituale di esperienza o comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura di appartenenza di un soggetto e si manifesta in almeno due delle seguenti aree: esperienza cognitiva, affettiva, funzionamento interpersonale e controllo degli impulsi (area comportamentale).
Le caratteristiche dei disturbi di personalità
I disturbi di personalità non sono caratterizzati da specifici sintomi o sindromi, come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione o gli attacchi di panico, ma dalla presenza esasperata e rigida di alcune caratteristiche di personalità. Sono caratterizzati dalla rigidità e dalla presentazione inflessibile di tali tratti, anche nelle situazioni meno opportune.
Ad esempio, alcune persone tendono sempre a presentarsi in modo seducente indipendentemente dalla situazione nella quale si trovano, rendendo così difficile gestire la situazione; altre persone, invece, tendono ad essere sempre talmente dipendenti dagli altri che non riescono a prendere autonomamente proprie decisioni.
Solitamente tali tratti diventano così consueti e stabili che le persone stesse non si rendono conto di mettere in atto comportamenti rigidi e inadeguati e non si rendono conto che proprio da questi comportamenti derivano le reazioni negative degli altri nei loro confronti. Questi soggetti si sentono sempre le vittime della situazione ed è in questo modo che alimentano il disturbo di personalità.
La disattività
La disadattività può insorgere nella prima metà della vita adulta ma può essere visibile già nell’infanzia, generalmente è stabile nel tempo e presenta un carattere inflessibile e pervasivo nelle diverse aree della vita, inoltre, comporta conseguenze in termini di sofferenza soggettiva e limitazioni nelle relazioni e nell’area lavorativa.
Come si diagnostica un disturbo di personalità
Per una diagnosi di disturbo di personalità è necessario che la persona abbia raggiunto la maggiore età. Dal punto di vista eziopatogenetico i disturbi di personalità sembrerebbero associati a eventi potenzialmente traumatogeni subiti in età evolutiva ma, questo dato, legato a teorie di tipo psicodinamico classico, è oggi messo in discussione da nuovi modelli teorici il cui paradigma scientifico orientato maggiormente sul funzionamento psicofisiologico umano.
I tipi di disturbi di personalità
I Disturbi di Personalità sono suddivisi in 3 Gruppi:
- Gruppo A: Comprende le personalità più eccentriche ed è caratterizzato da comportamenti considerati “strani” o “paranoici” e dalla tendenza del soggetto all’isolamento e alla diffidenza.
– Disturbo Paranoide di Personalità
– Disturbo Schizoide di Personalità
– Disturbo Schizotipico di Personalità - Gruppo B: Comprende le personalità eccessivamente emotive, drammatiche e imprevedibili, ed è caratterizzato appunto da comportamenti “emotivi” o “drammatici”, oltre che da mancanza di empatia e altruismo da parte del soggetto.
– Disturbo Antisociale di Personalità
– Disturbo Borderline di Personalità
– Disturbo Istrionico di Personalità
– Disturbo Narcisistico di Personalità - Gruppo C: comprende le personalità ansiose e timorose ed è caratterizzato pertanto da comportamenti “ansiosi” o “paurosi” e da una bassa autostima del soggetto.
– Disturbo Evitante di Personalità
– Disturbo Dipendente di Personalità
– Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità